Thursday, July 30, 2015

CAMERA OTTICA----- CAMERA OBSCURA



La camera ottica può essere composta da una semplice scatola chiusa con un piccolo foro stenopeico su un lato che lasci entrare la luce. Questa luce proietta sul lato opposto all’interno della scatola l’immagine capovolta di quanto si trova avanti al foro.
Più il foro è piccolo e più l’immagine risulta nitida e definita. Il pregio maggiore di una camera così semplice è che tutti gli oggetti paiono a fuoco (anche se nessuno lo è), a prescindere dalla loro distanza dal foro: in altre parole il foro stenopeico si comporta come un obiettivo che non ha una sua lunghezza focale specifica.
Lo studio della camera ottica è molto antico: il primo scienziato ad occuparsene, nell’XI secolo, con largo anticipo sugli studi successivi, fu l’arabo Alhazen. I suoi studi sui raggi luminosi e sulla teoria della visione furono tradotti dal monaco Vitellione nell’opera Opticae thesaurus Alhazeni arabis.
Questo strumento risultava ancora usato nel XVIII secolo, da pittori come Bellotto e Canaletto (la cui camera oscura originale si trova al Museo Correr di Venezia), i quali grazie a questo strumento acquisirono quella precisione “fotografica” nel fissare i paesaggi che ancora li rende celebri. Gli effetti di una camera ottica sono presenti nel castello di Fontanellato, in provincia di Parma. E’ possibile infatti vedere proiettata sul muro l’immagine della piazza e delle persone che in essa si muovono.
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